Il Completamento del Quartiere Tuscolano
Disegnare i margini del tessuto urbano. Il completamento del quartiere Tuscolano.
Costruito nella periferia di Roma negli anni cinquanta il Tuscolano è oggi diventato un quartiere densamente abitato e parte integrante della struttura ben definita del tessuto urbano.
Dall’analisi dei tracciati emerge che il sistema dei percorsi odierno si è sviluppato in contrapposizione all’andamento dei tracciati originari, generando, in corrispondenza dell’unico tracciato storico ancora esistente, un’interruzione dei percorsi viari che causa le seguenti problematiche:
– un vuoto urbano tra il costruito, generato non solo dalla rottura della maglia viaria sopra descritta, ma anche dal mancato completamento del progetto di Saverio Muratori, secondo il quale la chiesa, della quale appare realizzata soltanto la cripta, doveva funzionare come fulcro in cui il nuovo complesso Ina Casa si innestava nel tessuto circostante;
– l’assenza del disegno del limite, del punto d’incontro tra il tessuto urbano e il parco degli Acquedotti, causata principalmente dalla presenza della ferrovia. Pertanto, il parco risulta un territorio indipendente, una pausa urbana isolata e non progettata.
Gli obiettivi di progetto consistono nel trovare una soluzione a queste criticità.
In sostanza il progetto prevede:
– l’interramento della ferrovia per una estensione che corrisponde alla lunghezza del quartiere;
– l’eliminazione della parte di tessuto destinata a baracche;
– la conseguente apertura di via Selinunte che percorre i margini del quartiere e il ridisegno degli assi viari che dal costruito portano al Parco degli Acquedotti;
– la composizione di edifici per ricostruire i vuoti: un edificio pubblico, il club popolare nel parco, edifici residenziali e una nuova architettura sacra, sopra la cripta muratoriana.
Ne scaturisce un sistema dal disegno fortemente unitario, pur conservando la capacità di essere inclusivo: attraverso la composizione di un frammento di architettura contemporanea che si aggancia, si introduce nell’esistente e ridisegna i margini del quartiere, tra costruito e parco, è stato possibile agire nel contesto con un atteggiamento dialettico.